PRIMA PAGINA

Domenica 18 Gennaio 20015

L’analisi del commercialista
Intervista al Dott. Alessandro Busani

Secondo un rapporto Censis 2014, le famiglie italiane mantengono liquidità e aumentino le scorte di denaro sul conto corrente. Il 45% di loro rivolge i risparmi alla copertura dei possibili imprevisti (perdita del lavoro e salute) e il 36% lo finalizza alla necessità di sentirsi con le spalle coperte. Siamo più vulnerabili rispetto al passato, tant’è che il 60% degli intervistati pensa che a chiunque possa capitare di finire in povertà. Abbiamo chiesto ad Alessandro Busani, titolare dello Studio Busani di Reggio Emilia ed esperto del tema, quali effetti potrebbero derivare da questa situazione.
<La prima conseguenza la cediamo già>, risponde Busani. <E mi riferisco all’economia <sommersa>, che non poteva che ricominciare a circolare. Dati di fonti internazionali stimano per il nostro Paese un sommerso superiore al 21% del Pil, dato che spiega anche l’acutizzarsi delle tensioni sociali in questi anni>.
Prosegue poi Busani: <Proseguendo nell’analisi dei dati a fonte Censis, emerge che per gli italiani i fattori più importanti per riuscire nella vita, oltre a una buona istruzione e al duro lavoro, sono <le conoscenze giuste> (29% contro il 24% europeo) e il fatto di provenire da una famiglia benestante (20% contro il 10%). Inoltre, l’intelligenza, quale variabile determinante per l’ascesa sociale, viene presa in considerazione solo dal 7% degli intervistati ed è il valore più basso in tutta l’UE. Proprio da questo dato si potrebbe riflettere sul perché del deficit reputazionale che sconta il nostro Paese e che di certo, in tempi di crisi, non agevola gli investimenti diretti dall’estero>.
A questo proposito, Busani prosegue: <Non facciamoci illusioni leggendo dell’eccellenza italiana in campo meccanico e tecnologico: Lamborghini che torna in Emilia Romagna e Philip Morris che la sceglie come nuova location partner, RollsRoyce che si insedia nel distretto campano dell’aerospazio e Lindt che punta sullo stabilimento di Varese. Se queste aziende hanno deciso di investire o tornare nel nostro Paese è perché hanno trovato competenze d’eccezione e/o condizioni estremamente favorevoli. Ma queste, seppur di grande lustro per il nostro Paese, sono solo eccezioni e, per trasformare l’eccezione in regola non c’è che una strada: riformare e investire; investire e riformare. E serve anche un cambio culturale ove la competenza è al centro>.
Conclude Busani: <A conferma di tutto ciò, il Censis registra una pesante caduta degli investimenti in Italia (- 25%). Non solo. Se prendiamo a riferimento il 2007, c’è stata una mancata spesa cumulata, anno dopo anno, di 333 miliardi di euro, più di quanto previsto dal piano Juncker>.