Il Resto del Carlino, 26 Giugno 2021
Con l’allarme Covid-19 in parte rientrato e al cospetto di un debito pubblico cospicuo, serve riattivare produzione e produttività: che ne pensa? “Corretto, ma c’è un ma”. Quale? “Look before you leap!”.
Ad Alessandro Busani, dell’omonimo studio di Global Consulting con sede in Reggio Emilia, non manca mai quell’istinto irrefrenabile di replicare seccamente. L’idioma che si presta a tal fine? L’anglosassone, of course. Quindi, traduzione… occhio prima che salti?
“Il suo inglese mi rattrista”. Grazie. “Di niente. Intendevo dire che si devono assumere rischi calcolati, rischi che adesso diventano praticabili”. Ad esempio? “Spingere sull’acceleratore del Superbonus, l’agevolazione contenuta nel Decreto Rilancio, con l’aliquota di detrazione del 110% di spese sostenute per vari interventi: dall’efficientamento energetico all’antisismico, dall’installazione di impianti fotovoltaici alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici negli edifici”. Qui come accelerare calcolando il rischio? “Districandosi nella selva burocratica dei dispositivi di legge che affliggono l’utilizzo del Superbonus”. Può spiegare meglio? “Certo, una per tutte: chi desideri optare per la cessione del credito d’imposta, o per lo sconto in fattura, è obbligato a presentare comunicazione all’Agenzia delle Entrate”. Non sembra una cosa complicata. “Lei dice? Bene. Ritenga che può farlo con riferimento ai dati relativi alla documentazione che attesti la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta per gli interventi di manutenzione e ristrutturazione; l’opzione va comunicata in via telematica all’Agenzia delle Entrate, corredata del visto di conformità”.
Sì, un po’ complicato. “Appunto. Per non incorrere nel rischio di vedere sconfitta la volontà di fruire del Superbonus, è necessario rivolgersi a chi sappia redarre il tutto scrupolosamente, per giungere a dama entro i termini previsti”. Può indicare ‘il tutto’ in breve? “Si parte dall’istruttoria, la due diligence. Se l’esito di questo procedimento è positivo, si ottiene il visto di conformità. Questa prima fase è la più delicata”. Perché? “Perché deve essere svolto un controllo, formale e sostanziale, relativo alla comunicazione dell’opzione e della relativa documentazione. È obbligatorio, qui, mettere in evidenza le affinità tra i documenti tecnici, contabili, fiscali e la comunicazione dell’opzione”. Tutto questo, per dimostrare cosa? “Nella sostanza, per redarre il visto di conformità che attesta gli aspetti seguenti: la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta e all’eventuale cessione del credito; la presenza di documenti obbligatori come asseverazioni e attestazioni rilasciate dai tecnici incaricati”.
Quasi impossibile, insomma, aderire al Superbonus senza un buon timoniere. “Credo si debba avere ben chiara la rotta – afferma Busani – e minimizzare al massimo le insidie: superarle significa partecipare ad un’importante operazione di rilancio. Dall’altra parte, l’opportunità può contrastare anche le difficoltà di molte imprese del settore che, tanto per dirne una, combattono con la crescita a dismisura dei costi dei materiali, causa blocco da epidemia”.
Un altro quesito: a chi rivolgersi e, soprattutto, voi siete in pista? “Ci sono tanti professionisti all’opera e, per risponderle schiettamente, lo Studio Busani è in prima linea”. Come? “Con una consulenza preliminare, per spiegare di cosa parliamo quando diciamo Superbonus 110%. Con un’analisi specifica dei documenti inerenti lavori effettuati e pratiche edilizie da redigere, tutto finalizzato al conseguimento del diritto di cessione del credito; con il rilascio del Visto di Conformità che certificherà tale diritto, oppure lo sconto in fattura, consentendo un congruo risparmio finanziario nello svolgimento dei lavori; con l’invio della comunicazione telematica”. Ultima domanda: perché scegliere voi? Alessandro Busani sorride: “Ci raggiunga. Lo capirà”.