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Domenica 25 Gennaio 2015
Intervista al Dott. Alessandro Busani

Record di fallimenti e contrazione dell’occupazione. Come rispondere? Con un modello di business dell’azienda che sia sostenibile. E’ l’opinione di Alessandro Busani, titolare dello Studio Busani di Reggio Emilia, che interviene sul tema delle strategie di reazione alla crisi.
Lo spunto viene anzitutto dai dati Cerved che registrano un <nuovo record negativo per i fallimenti>. Tra luglio e settembre avrebbero aperto una procedura fallimentare 3.000 imprese (+14,1%) in Italia. Da inizio 2014 le chiusure aziendali sarebbero state 11.000: è la prima volta nel decennio che viene superata soglia 10.000 già a settembre. L’aumento è a due cifre (+13/14%) in tutta la Penisola, eccetto che nel Nord Est (+4,4% nei nove mesi).
Dall’altra parte, l’Istat rileva un calo dell’occupazione del 2,3% in termini di dipendenti. Le contrazioni più forti vengono individuate nel settore delle costruzioni (-7,6% il numero delle imprese e -9,3% in termini di dipendenti). Il numero delle imprese attive con dipendenti nel 2013 è pari a 1.583.375 unità; occupano 13,3 milioni di addetti, di cui 11,4 milioni sono dipendenti. Rispetto al dato definitivo del 2012 si registra un calo del numero di imprese con dipendenti del 3,7%.
<Stiamo affrontando una crisi che ha cambiato e cambierà profondamente il mercato competitivo globale>, commenta Busani. <Il tema della sostenibilità del modello di business dell’azienda è ora un aspetto fondamentale per una strategia credibile. Oggi l’imprenditore deve affrontare uno scenario che lo costringe a ragionare contemporaneamente su più dimensioni, anche temporali. E’ impegnato a capire come superare i grossi problemi generati dalla crisi-finanza e dalle vendite. E al contempo deve migliorarsi per presentarsi competitivo nel momento dell’auspicata futura ripresa. Con l’obiettivo implicito di creare un modello di business “sostenibile” per il prossimo futuro. E’ forse la prima volta nella storia industriale che gli imprenditori si trovano a dover affrontare contemporaneamente queste diverse tipologie di temi strategici>.
Prosegue poi Busani: <Si sente quotidianamente parlare di innovazione, come dictat per uscire dalla crisi. Ma è soprattutto l’approccio innovativo, il cambiamento dei paradigmi di riferimento che, a livello multidimensionale, può realmente fare la differenza>. Ma come? Risponde Busani: <Attraverso processi di pianificazione e management anch’essi innovativi. Lavorando in modo focalizzato su un numero limitato di priorità sinergiche, per meglio sfruttare le poche risorse disponibili e garantire coerenza alle azioni attivate sulle diverse dimensioni operative e temporali. L’innovazione del modello di business aziendale è probabilmente la leva di maggiore rilievo strategico per ritrovare la rotta perduta. Perché consente di attivare nuove catene valoriali, nuove posizioni e/o nuovi percorsi per la generazione di fatturati e margini e, al contempo, di realizzare organizzazioni più flessibili e snelle, riducendo i costi fissi aziendali e liberando così risorse finanziarie, di vitale importanza nella situazione di difficoltà attuale a breve termine>.