Il Resto del Carlino Speciale Economia, 23 Novembre 2021
“Il successo comune dipende dall’impegno etico di ciascuno di noi”.
Dallo Studio di Global Consulting con sede in Reggio Emilia, Alessandro Busani attraversa un orizzonte auspicabile per la propria attività. Sintesi accettabile? “No, no: non solo per la mia attività – avverte – ma di quanto scaturisce da questi uffici verso altre attività, altri uffici, e via via a seguire”.
Bene: ma cosa le fa valicare queste mura?
“Il nostro comportamento, ciò che facciamo connesso a come lo facciamo, l’agire quotidiano secondo linee di principio”. Progetto complesso, forse troppo ampio da trattare in uno spazio contenuto. “Giusto. Per questo, il mio Studio ha scelto di rendere pubblica la propria Carta dell’Inclusività che risponde ad un preciso Codice di Condotta”.
Una Carta dell’Inclusività? Suona come una roba poco comune. “Forse per lei, che è disattento”. Certo, ci mancava anche la strigliata pedagogica. “Ma quale pedagogica? Dispositivi di legge e mozioni d’intenti indicano da tempo percorsi necessari in questo senso. Appena cinque mesi fa, ad esempio, la Ue ha celebrato il Mese europeo della diversità 2021. Lo sapeva?”. Veramente no: il senso dell’iniziativa? “Sostenere la piattaforma europea delle Carte della diversità, un impegno a lungo termine della Commissione europea a favore della diversità nei luoghi di lavoro e dell’inclusione nelle nostre società. Guardi, gliel’ho riportato dritto dritto com’è stato divulgato: ogni tanto, s’informi”. Lo farò: come dirle di no, se me lo suggerisce in modo tanto affabile?
Piuttosto, può comunque spiegare il Codice di Condotta adottato dal suo Studio? “Prima una premessa: il nostro Studio ha liberamente scelto di adottare regole, prassi e valori condivisi in materia di etica, responsabilità sociale e rispetto dell’ambiente. Per sintetizzare, poi, aggiungo che il nostro obiettivo è quello di assumere consapevolezza”. Consapevolezza di cosa? “Dei vantaggi che scaturiscono dalla diversità e dall’inclusione, constatando quanto ciò si ripercuota sulla propria organizzazione. Vede, quel che resiste nel tempo esprime la forza di ogni struttura sociale. In ogni forma si presenti, essa è composta da soggettività, ognuna con propria origine, proprio retroterra, proprie personalità, esperienze, credenze: ecco, l’inclusività è la misura in cui ognuno si percepisce apprezzato e appartenente al gruppo”.
Com’è misurabile il valore di un approccio inclusivo? “Nella reiterazione dell’approccio; ovvero nel metodo che, come ho detto, si nutre del tempo che consolida l’assetto dell’organizzazione. Per noi è determinante accogliere e promuovere inclusività all’interno della professione contabile. Il nostro impegno punta a migliorare i valori che la rappresentano”. Per ottenere? “Un’organizzazione diversificata, non monolitica, inclusiva, solidale, in grado di alimentare un’esperienza vantaggiosa per chi ne fa parte. L’ambiente di lavoro positivo costituisce un surplus per i nostri clienti. Rispetto e sviluppo dei talenti di collaboratori, dipendenti, studenti, sono alla base del nostro concetto di crescita, fulcro di un radicato senso d’appartenenza in grado di riflettere la società in cui si opera e l’interesse pubblico che si sostiene”.
Secondo lei, in un’ottica interpretativa del panorama italiano, il suo Studio di Global Consulting segna un punto a proprio favore con questo step? “Probabile. Tutto dipenderà da quanto saremo in grado di aggiornare i nostri riferimenti comuni: da quanto, cioè, sapremo intercettare e valorizzare le evoluzioni delle diversità, dai contesti sociali alle professioni, fino alle culture in costante evoluzione. Come è riportato nella nostra Carta, in qualità di realtà professionale aspiriamo a fare di più che rappresentare i membri e la società così come sono oggi descritti. Il nostro impegno ed obiettivo mira a rappresentare ciò che potremmo essere. Una società libera da pregiudizi e razzismo, dove la differenza è celebrata e valorizzata, e tutti hanno pari opportunità”.