Il Resto del Carlino Speciale Economia, 23 Febbraio 2022

“Serve affinare gli strumenti di programmazione che sappiano leggere il mercato”

“Il Pnrr è un secondo Piano Marshall: ma, Pnrr o meno, all’Italia urge un’attenta visita oculistica”. Perentorio come sempre, Alessandro Busani – founder dell’omonimo Studio di Global Consulting – con la consueta dose di ironia sembra esprimere un disagio autentico.

Preoccupato? “Non certo per me, sono realista; constatato lo status quo, affronto gli aspetti negativi con la forza dell’azione positiva. Io curo interessi, quelli dei miei clienti, quelle delle piccole e medie imprese”. E allora? “Allora, più ci penso e più ritengo che serva un buon oculista”. Ma perché? “Perché questo Paese ha la vista cortissima, e non sono l’unico a capirlo”. Mi scusi, ma ha citato il Piano nazionale di ripresa e resilienza: cos’è che non si vede? “Tanti fattori: due per tutti, di ordine particolare e di ordine generale”. Cioè? “Budget e pianificazione”. E quali sarebbero le prerogative di questi fattori? “Trattasi di fattori essenziali per chi produce, che sia singolo soggetto o sistema complesso, persona fisica o Stato”. Ok, partiamo allora dal budget.

“Per circa il 90%, il tessuto produttivo italiano si fonda su piccole e medie imprese. Ecco: per molte che compongono questa percentuale parlare di budget sembra inconsueto. È invece necessario colmare questo gap”. Non sono imprenditore, né piccolo né medio: cosa vuol dire? “Parlo di un’azione che dobbiamo saper intraprendere insieme ai soggetti interessati, piccole e medie imprese”. Immagino che l’azione che auspica costituisca l’impegno di tanti che operano nel suo settore. “Sì, probabile, ma molto dipende dalle diverse scuole di pensiero. Qui non si tratta di maggiore o minore preparazione: tutto è frutto di un portato culturale”. Cioè? “Vede, il budget è uno strumento di vendita o, meglio, di pianificazione delle vendite. Ebbene, se ciò è vero, è altrettanto vero che, su questo aspetto, le scuole di pensiero possono divergere. Da una parte c’è chi sceglie di costruire il budget bottom up”. Cioè? “Parti dai costi e ci piazzi sopra un ricarico”. E dov’è il problema? “Beh, secondo il mio punto di vista, questo approccio presenta limiti”. Per quale ragione? “Perché si fonda su un auspicio tutto da provare. Sarebbe bellissimo se il mercato accettasse qualsiasi prezzo si proponga, no?”.

Beh, giusto. La sua impostazione, però, perché sarebbe diversa? “Intanto perché non sono iscritto al club dei bilancio-centrici. Per me, per il mio Studio, il cuore è il marketing, ovvero le vendite”. E quale sarebbe l’origine del suo pensiero? “Ho mutuato la mia esperienza da una tra le più grandi multinazionali. In breve tempo, ho appreso e verificato che i budget più efficaci si costituiscono a partire dai prezzi di mercato; poi, top down, ovvero dai ricavi a scendere sui costi, s’imposta il piano economico”. Sembra una prassi quasi basica, no? “Sì – ripeto – è un approccio diverso. Praticarlo significa sviluppare una pianificazione appropriata, precisa, attenta alle reali contingenze del mercato. Credo sia di grande aiuto nella programmazione, anche se questa parola sembra avere poca fortuna nel complesso sistema italiano”.

Da quanto capisco, dunque, nonostante le risorse che starebbero raggiungendo il nostro Paese grazie al Pnrr, la visione d’insieme di esercizi futuri rischia di generare orizzonti limitati, apparenti… “Guardi, l’avvento del Pnrr, che interpreto come un secondo Piano Marshall, è un’opportunità che ritengo irripetibile. Serve, però, un respiro diverso. Tanto per fare un esempio, in Germania, al di là delle maggioranze politiche o delle Große Koalition, di comune accordo gli esecutivi sono in grado di stabilire piani di sviluppo trentennali. Vuol comparare questo dato con la nostra idea di programmazione?”. Proviamo a farlo. “Meglio di no. Resto fedele all’impegno del nostro Studio. Guardo ai miei clienti, a quelli che verranno, alle opportunità che individueremo insieme: ascoltare le loro necessità, per noi, è il primo step che permette di realizzare concrete prospettive di pianificazione”.