IL RESTO DEL CARLINO
Giovedì 28 Novembre 2013
Busani, uno scoperto di fido può portare costi altissimi, determinando tassi anomali che spesso producono usura bancaria
Anche le banche sbagliano. E capita che applichino tassi oltremodo elevati, più di quelli ammessi dalla Banca d’Italia, ai propri correntisti. Un tema caldo, che si è guadagnato di recente anche gli onori della cronaca, soprattutto quando è emerso che diversi istituti di credito si sono trovati costretti a risarcire i propri clienti.
Alessandro Busani, commercialista e titolare dello Studio che ha fondato e che porta il suo nome con sede a Reggio Emilia e Correggio, conoscitore di questo tema su cui offre consulenza, spiega: “Uno scoperto di fido o di conto corrente può generare costi altissimi per i clienti che lo superano, determinando condizioni e tassi anomali che spesso possono produrre usura bancaria. Comprendere se si è stati oggetto di usura bancaria è il primo passo per intraprendere le necessarie operazioni di verifica e poi svolgere, laddove si riscontrino i presupposti, le doverose procedure di recupero”.
Ma poi sottolinea: “Troppo spesso il problema viene affrontato in maniera superficiale, soprattutto quando su perizie relative ai finanziamenti a valere sui conti correnti di piccole/medie imprese si agisce per lo più in via esclusiva attraverso puntuali verifiche che indichino il superamento del tasso di soglia, per numero di trimestri (e importi), senza ricordare cosa rappresenti per legge il reato di usura, che è reato di pericolo, non di danno”.
“Senza andare troppo nel quid degli aspetti tecnici, vengono puntualmente contestate le conseguenze giuridiche e pratiche del reato, senza considerare che per la sua concretizzazione, proprio in ragione della natura giuridica del reato, non è necessario che si realizzi il superamento del tasso soglia, ma è sufficiente che nel contratto di finanziamento, poiché l’usura è anche un reato-contratto, si trovino le clausole da cui il supero possa derivare. Sarebbe quindi opportuno che le autorità competenti effettuassero un esame ab origine, attraverso un controllo preciso sulle clausole del contratto di prestito bancario che stabiliscono i tassi massimi complessivamente applicabili all’operazione”.
E conclude: “A ben pensarci, è grottesco il comportamento delle nostre banche che, se da una parte concedono crediti e fidi con estrema parsimonia, dall’altra applicano tassi da usura sugli scoperti. Tali comportamenti sono “favoriti” dal fatto che le commissioni previste nei contratti di apertura di conti correnti sono, sugli scoperti di conto corrente, di norma poco trasparenti e inserite in postille che i clienti tendono a non leggere o a sottovalutare. Al contrario, è invece evidente che uno sconfinamento anche minimo sul proprio conto corrente possa costare parecchie decine di euro, anche se solo per un giorno”.